L’insostenibile pesantezza della carne

Articolo di Maurizio Pallante e Andrea Bertaglio



Il consumo di proteine animali, nel mondo, cresce costantemente. Tanto che, secondo alcuni, questo fenomeno sta aiutando la specie umana ad andare più rapidamente verso la sua autodistruzione. A questo fenomeno, in effetti, sono legati i più gravi problemi ambientali, economici e politici del pianeta: le emissioni di gas climalteranti e l’effetto serra, le guerre per il controllo delle fonti energetiche fossili, la progressiva penuria di un bene indispensabile per la vita come l’acqua, molte forme di inquinamento chimico, la diminuzione di fertilità dei suoli, la perdita della biodiversità, le sempre maggiori sperequazioni tra il 20 per cento dell’umanità che si suicida per eccessivo consumo di cibi sempre meno sani e il 20% privo del necessario per sopravvivere.[...]

La prima cosa da prendere in considerazione è la crescita dei consumi di proteine animali, in valori assoluti pro capite. Negli ultimi 50 anni in Italia il consumo di carne procapite si è triplicato. È stato calcolato che nel 1994 fosse di circa 85 chili all’anno, pari a 235 grammi al giorno.
La tabella seguente documenta quanto è avvenuto nelle principali aree del mondo negli ultimi 40 anni.
La tabella successiva mette a confronto i dati del consumo mondiale di carne e di latte nel 1997 con gli incrementi previsti dalla Fao nel 2020.
Gli aumenti maggiori si verificano negli allevamenti intensivi dei Paesi ricchi.

Aumento del consumo di carne pro capite negli ultimi 40 anni
                    (in kg. Annui)
Stati Uniti        89    124
Europa            56    89
Cina                 4     54
Giappone         8     42
Brasile             28    79

Consumo mondiale di carne e latte
        (in milioni di tonnellate)
Anno      1997      2020     incremento
Carne      209        327        + 56%
Latte       422         648       + 54%

La FAO prevede che entro il 2050 la produzione di carne e latte raddoppieranno, passando rispettivamente da 229 a 465 milioni di tonnellate e da 580 a 1053 milioni di tonnellate. Un problema, visto che la conversione delle proteine vegetali in proteine animali avviene con una scarsissima efficienza. Per produrre 1 kg di proteine di carne di manzo occorrono mediamente 16 kg di proteine vegetali. Di conseguenza per ottenere 1 kg di proteine di carne vaccina occorre coltivare una superficie agricola 16 volte maggiore di quella necessaria a ottenere i kg di proteine vegetali. Il rapporto tra la soia e la carne di manzo è invece di 20 a 1. Usando lo stesso tempo e la stessa superficie necessari a produrre 1 kg di carne, si possono produrre 200 kg di pomodori o 160 kg di patate.

Considerando il fatto che, specie in America Latina, la maggior parte della soia e dei cereali coltivati (spesso Ogm, viste le rese e i prezzi stracciati che possono garantire questi organismi dagli effetti sulla salute ancora ignoti) sono destinati a nutrire il bestiame che diventerà bistecca o ragù nei piatti degli europei, viene da chiedersi se, arrivati a questo punto, cambiare anche di poco le proprie abitudini alimentari non sia la scelta più sensata.

Articolo originale su: Il Fatto Quotidiano


*********************************************************************************
Per ulteriori approfondimenti o per ricevere materiale cartaceo informativo sulla scelta vegan contattateci pure.

Saluti, Dafne



Testimonianza di una visita al macello.

Una testimonianza di chi ha visto coi propri occhi cosa accade nei macelli.


Forse per mancanza di coraggio, per codardia o per eccessiva debolezza, non ho mai guardato di mia spontanea volontà un filmato dove si vedano animali durante la macellazione. Non me la sono mai sentita. Sapevo, per immagini viste o per descrizioni di altri, cosa succede in quelle fabbriche di morte, ma non ho mai voluto guardare ciò che succede lì dentro con i miei occhi.

Ho sempre pensato che non avevo bisogno di guardarli, perché non dovevo essere sensibilizzata sull'argomento: ho deciso di diventare vegetariana e poi vegana tanti anni fa, senza aver mai visto nulla di questo, ma ben sapendo la verità.

E proprio io, che non ho mai avuto il coraggio di guardare, sono stata in un macello di suini e in uno di bovini. Ho visto e sentito tutto con i miei occhi e le mie orecchie, non seduta davanti ad uno schermo ma lì, in piedi davanti a decine di animali in fila pronti per essere condannati a finire nel piatto di qualcuno, in fila per essere uccisi da persone che lo fanno di lavoro, tutti i giorni.
Esseri viventi come noi, con le loro emozioni, i loro sentimenti. Lì in fila, impauriti e destinati ad essere mangiati da noi umani. Li ho visti e guardati negli occhi, ho visto e sentito la loro paura e il loro terrore, la loro incomprensione nel vedere il loro compagno stordito da una scossa elettrica o da un proiettile, in attesa che un coltello impugnato da un essere umano tagliasse loro la gola, ponendo fine alla loro schiavitù.

Sono studente di Medicina Veterinaria e per noi sono previste esercitazioni e tirocini pratici in tutti i campi della veterinaria, non solo quelli relativi alla cura dei nostri cosiddetti animali d'affezione: tra questi c'è l'analisi e l'ispezione di alimenti di origine animale. Per questo ci hanno portato al macello: per assistere alle fasi di macellazione, dallo stordimento fino al completo disassemblamento dell'animale e per insegnarci a fare una visita ispettiva su certi organi e parti degli animali macellati, in modo da escludere la presenza di eventuali patologie o trattamenti illeciti con farmaci che possono danneggiare la salute del consumatore.

Inizialmente avevo deciso di non andarci, non avevo molta scelta ma preferivo "faticare" a passare questo esame piuttosto che assistere all'uccisione di animali innocenti. Poi mi sono fatta coraggio e ho deciso di andare e di vedere in prima persona cosa succede, per sapere e per poter diffondere quello che ho visto e sentito.

In questo macello vengono uccisi circa 120 animali all'ora... 700 al giorno e quasi 120.000 all'anno.

Gli animali arrivano al macello trasportati su camion che penso prima o poi a tutti sia capitato di vedere in autostrada. Qui vengono fatti scendere e rimangono in attesa nelle "stalle di sosta", dove possono rimanere al massimo 24 ore. In queste stalle gli animali possono solo abbeverarsi, non mangiare, perché altrimenti il contenuto stomacale potrebbe creare poi problemi igienici in fase di macellazione.

Queste prigioni sono vicinissime al luogo di stordimento e uccisione, e gli animali possono sentire i rumori e i versi dei loro compagni che vengono uccisi. Li ho guardati negli occhi ed è stato terribile sapere che entro pochi minuti quegli animali che stavo vedendo lì vivi sarebbero stati letteralmente smontati per finire sullo scaffale di un supermercato.

Uno per uno i maiali o i bovini vengono spinti da un operatore, che spesso si aiuta con un bastone che emette scariche elettriche, in un corridoio che li porta su una pedana dove vengono poi bloccati tramite delle transenne. I maiali vengono storditi tramite elettronarcotizzazione, cioè viene loro inflitta una forte scarica elettrica in testa: l'animale, ancora vivo, cade a terra, vicino a quello che è appena stato ucciso prima di lui e gli vengono tagliati i grossi vasi del collo per permettere al sangue di uscire mentre ancora il cuore sta funzionando, cosicché l'animale muore per dissanguamento.

Mentre questo succede, l'animale, benché stordito, si muove ed è in preda a convulsioni e quello a cui toccherà poi la stessa sorte lo può vedere e può percepire la sua agonia.

Dopo la morte, i maiali vengono immersi in una vasca di scottatura a 60 gradi, che serve per rimuovere le setole (ma non tutti arrivano lì già morti...). Successivamente, vengono appesi e viene passata una fiamma sui loro corpi per alcuni secondi in modo da togliere i residui di pelo.
Da qui in poi ho assistito ad una vera e propria catena di smontaggio dove alla fine dell'essere vivente che provava emozioni e sentimenti non è rimasto che una carcassa fredda e dura, pronta per essere lavorata e diventare prosciutto, mortadella, salsiccia, lardo e quant'altro.
I bovini invece vengono storditi mediante un colpo in mezzo alla fronte fatto con una pistola a proiettile captivo. Ho potuto vedere da vicino uno di loro, un vitello di circa 1 anno: aveva capito quello che gli stava per succedere e cercava in tutti i modi di evitare la pistola che gli avrebbe fatto un buco nel cervello.
Ma anche per lui non c'è stato niente da fare ed è caduto a terra in pochi istanti, sotto gli occhi del suo compagno in attesa e sotto i miei occhi impotenti. A questo punto è stato appeso per una zampa e l'ho guardato per l'ultima volta negli occhi ormai vitrei ma ancora vivi... e anche a lui è stata tagliata la gola.
Ho visto litri di sangue uscire e sgorgare a terra mentre lui finiva così la sua triste e breve vita. Anche lui, come tutti gli altri prima e dopo di lui, è stato scuoiato e fatto a pezzi. La sua pelle finirà nelle concerie, per fare le giacche, le scarpe o i divani in pelle che arredano le nostre case, la sua carne finirà nel piatto di qualcuno, a casa o al ristorante o a qualche grigliata tra amici.

Mentre la sua testa e gran parte delle sua interiora verranno buttati in quei cassonetti che sono fuori dallo stabilimento... tante teste ammassate una sull'altra, senza pelle, con gli occhi aperti e con quel foro nel cranio che li ha portati via dal mondo.

Io non voglio fare il veterinario per lavorare in un macello. Voglio essere un veterinario che cura gli animali per salvarli, per farli stare bene e per far avere loro una vita bella, sana e che sia la più lunga possibile.
Non voglio curare gli animali per far stare bene un allevatore e i dipendenti della sua azienda. Purtroppo tutto questo all'università e ai professori che ci insegnano il mestiere non interessa: il veterinario è anche e soprattutto questo e se vuoi far parte di questo mondo devi essere presente alle esercitazioni pratiche, come questa e come tante altre, e devi sostenere esami che ti insegnano le tecniche di allevamento e i metodi per macellare gli animali, indipendentemente dal perché tu voglia curare gli animali.

Va bene. Per riuscire a fare quello che si vuole nella vita bisogna sempre andare incontro a degli ostacoli, grossi o piccoli che siano. Questo per me è un grosso ostacolo, perché niente e nessuno potrà mai cancellare dalla mia memoria quello che ho visto e sentito oggi e in questi anni di studio.
Rimarranno sempre nel mio ricordo gli occhi dolci e impauriti di questi animali sfortunati, nati per servire e per soddisfare i gusti e la moda di una specie ignobile di cui mi vergogno di fare parte. Ma dal momento che ormai queste cose sono impresse in me in maniera indelebile, voglio farne buon uso, a favore degli animali che sono morti oggi, di quelli morti ieri e negli anni passati e di quelli che moriranno domani e negli anni futuri... sperando che un giorno tutto ciò non esista più.

Ho deciso di condividere con chi leggerà le mie sensazioni, le mie sofferenze. E ancora di più di trasmettere a voi quello che ho visto e sentito, nella speranza che anche solo uno di voi apra gli occhi e si renda consapevole di cosa succede ogni giorno nel mondo, con la convinzione che anche una piccola goccia di acqua che si muove in senso contrario possa trascinare con sé altre gocce in un fiume in piena, fino ad invertirne il corso.

Fonte: agireora.org

<< Auschwitz inizia ogni volta che qualcuno guarda a un mattatoio e pensa: sono soltanto animali. >>

Theodor Adorno


Spero che questa testimonianza serva a far riflettere chi vede nel consumo di alimenti animali una scelta personale e quindi legittima, sulle ovvie conseguenze che questa comporta.
Siete realmente disposti ad accettare tutto questo? Le Vostre coscienze riescono davvero a giustificare milioni di vite stroncate ogni giorno, per un capriccio del palato?

Buona riflessione da Dafne.

"E il pesce non lo mangi?" Quello che i mass-media non vogliono farci sapere...

I mass media tendono a decantare le presunte qualità del pesce; stando alle raccomandazioni dei nutrizionisti da salotto televisivo (che pur di guadagnarsi i loro 5 minuti davanti alle telecamere danno via libera ad
ogni sorta di luogo comune), sembrerebbe che l'assunzione dei famosi Omega 3 sia una prerogativa del consumo di pesce. Niente di più falso! Vi aggiudicherete invece un mix tossico di diossina e mercurio, nonché di colesterolo e di proteine animali che determinano un pH acido, a causa delle quali nell'organismo avverranno reazioni di tamponamento del pH che richiedono calcio… prezioso minerale che verrà prelevato direttamente dalle vostre ossa). Questo lo fate nonostante basterebbero TRE NOCI per avere i tanto venerati Omega 3 (oppure li trovereste nell'olio di semi di soia/di semi di lino, nei semi di lino tritati, questi ultimi sono tra l'altro economicissimi e anche antitumorali). Forse è il caso di rivedere le proprie scelte alla luce di innumerevoli studi che dimostrano l'inutile sofferenza che la nostra società, apparentemente e superficialmente interessata alla propria salute, riserva alle specie acquatiche... come se il fatto di avere pinne e squame e di vivere sott'acqua non li renda degni di vivere un'esistenza libera e felice.

Detto questo vi lascio al seguente articolo di Franco Libero Manco:

<< IL PESCE: ECATOMBE SILENZIOSA E DIMENTICATA >>

Nelle pergamene del Mar Morto, scoperte nel 1947, Gesù dice:
“Forse che i pesci vengono a voi a chiedere la terra e i suoi frutti?” Lasciate le reti e seguitemi, farò di voi pescatori di anime.”


Nel 1997 la raccolta di pesce ha raggiunto nel mondo la cifra record di 130 milioni di tonnellate, di cui circa 100 milioni deriva dalla pesca libera che causa uno sterminio indiscriminato di specie acquatiche. Solo in Italia 11 milioni di quintali all’anno (circa 20 miliardi di pesci) finiscono nelle pentole di cuochi e massaie. Sono ingenti i danni derivanti dalle reti pelagiche per i tonni e della pesca a strascico che dècimano anche i delfini. Le più importanti specie di pesce del nostro paese, tonni e merluzzi sono in pauroso declino a causa dello sfruttamento dissennato delle acque marine.

I nutrizionisti delle televisioni, che fanno gli interessi delle multinazionali del settore, cercano giornalmente di convincere la gente che è necessario mangiare il pesce almeno 2-3 volte a settimana perché ricco di Omega 3. Naturalmente si limitano a indicare i presunti benefici e non i danni che il pesce procura. Infatti, a parte che l’Omega 3 (che si trova principalmente nel pesce grasso) è presente negli alimenti vegetali, nella frutta secca e nei semi oleaginosi, i pesci sono tra le sostanze più putrescibili esistenti in natura e gli alimenti sono tanto più dannosi quanto più rapida è la loro putrefazione. Sono ricchi di purine (sostanze azotate che fanno aumentare i livelli di acidi urici nel sangue) e di metalli pesanti dovuti all’inquinamento delle acque a causa degli scarichi industriali e fognari. Inoltre i pesci d’allevamento contengono enormi quantità di additivi chimici, di ormoni e farmaci che servono ad aumentare velocemente il peso dell’animale, oltre ad evitare dannose epidemie.

Mentre la dannosità della carne degli animali terricoli viene riconosciuta anche dagli stessi allevatori e macellai, la dannosità del pesce viene celata per motivi puramente commerciali, per ignoranza o malafede dagli stessi cosiddetti nutrizionisti. Il pesce contiene le stesse tossine delle carni: può causare, oltre i danni della carne, parassitosi (es. tenia, ascaridi), asma, eczema, prurito, allergie, malattie renali, danni al sistema nervoso, ecc.
Le immense quantità di mercurio che le industrie scaricano nel mare (circa 10.000 tonnellate all’anno) passa facilmente dal pesce nell’organismo umano. E’ utile ricordare la strage di Minamota (Giappone) del 1952 nella quale morirono 77 persone ed altre 360 rimasero invalide per aver mangiato pesce ricco di mercurio. Nel 1988 nelle acque laziali fu riscontrata, in modo del tutto fortuito, una partita di pesce al mercurio: si riuscì ad impedire la vendita appena in tempo. Ma quanto pesce pericoloso sfugge ai rari controlli?

Ma oltre al mercurio deve preoccupare la presenza, nelle cozze, nelle ostriche e nei crostacei, del cadmio e del piombo, abbondantemente presenti negli scarichi industriali. Il pesce può anche trasmettere all’uomo la salmonella, larve di tenia e di ascaridi, né la cottura è sufficiente a scongiurare i pericoli in tal senso. Alcuni molluschi possono trasmettere l’epatite virale ed altre malattie infettive. Inoltre in diversi pesci sono state riscontrate anche rilevanti quantità di pesticidi. Può tornare utile ricordare che in passato l’uso eccessivo di pesce in alcune regioni del Terzo Mondo a favorito l’insorgere della lebbra. In realtà le bancarelle del pescivendolo nascondono più insidie per la salute umana dello stesso bancone del macellaio.

Il pesce, i molluschi ed i crostacei in genere, sono sostanze ad altissima velocità di putrefazione: il fetore tipico dei cadaveri in via di decomposizione emanato dal pesce lasciato solo per poche ore fuori dal frigo ne è la testimonianza più evidente. Questo processo putrefattivo continua all’interno dello stomaco e poi dell’intestino, di chi ne fa uso, con la logica conseguenza di aumento di acidi tossici.

Sappiamo che nel pesce consumato non c’è solo la parte tossica dovuta alla sostanza in se stessa o agli inquinanti chimici ingeriti dall’animale: come in tutti gli animali uccisi violentemente dall’uomo e poi mangiati vi è il terrore, l’angoscia, la paura dell’animale accumulata durante la sua cattura e la sua uccisione: più e lunga e dolorosa la morte di un animale più è pregna di vibrazioni mortali.

La morte del pesce è tra le più atroci che si possano immaginare, sia che vengano uccisi con la fiocina, l’arpione, il coltello o per asfissia nelle reti. La morte del pesce, in qualunque modo avvenga per opera dell’uomo, è un fatto ingiusto e crudele: le chiazze di sangue delle tonnare o la contorsione dei pesci in agonia nelle reti non hanno bisogno di commenti. Ma noi preferiamo credere che il pesce non soffra perché non abbiamo orecchi adatti a percepire il loro grido di dolore.

Che dire degli animali dotati di zampe, che se non sono immobilizzati, quando vengono immersi ancora vivi nell’acqua bollente, che entra negli occhi ed in ogni cavità dell’animale, oppure arrostite sulla piastra, che schizzano via come saette?

Altrettanto tremenda e dolorosa è la morte per asfissia del pesce pescato con le reti: le convulsioni dell’animale che disperatamente cerca di riconquistare il suo ambiente vitale, sono la più palese manifestazione di dolore. Per non parlare della pesca sportiva: vero e proprio passatempo per gente stupida, insensibile e crudele. L’amo che viene estratto dalla bocca del pesce che si contorce dallo spasimo e che lacera anche parte della testa: è paragonabile ad un arpione conficcato nella bocca di un uomo che viene brutalmente estratto fracassandogli le mandibole, la fronte ed il cervello per poi somministrargli con un pò d’acqua pochi grammi di ossigeno per prolungare il più possibile la sua vita e quindi la sua agonia.

Ma vi sono anche le mattanze delle tonnare: l’orrore che suscita l’enorme chiazza di sangue che, come una profanazione della vita, macchia l’azzurro intenso del mare, fa vergognare di appartenere alla razza umana.

E i pesci uccisi per congelamento? E quelli spasimanti in pochi centimetri di acqua nei mercati perché la gentile signora, o signore, possa deliziarsi il palato con il corpo di una creatura appena eviscerata da viva? Non è forse raccapricciante l’idea degli acquari nei ristoranti in cui il cliente sceglie quale pesce farsi cucinare al momento decidendo vita oppure morte e sofferenza per una splendida creatura? E i pesci dilaniati da un arpione?

Eppure i pesci non sono patate; gli animali acquatici non sono creature meno sensibili o meno intelligenti degli animali terricoli. Molti pesci hanno intelligenza pari se non superiore a quella di molti animali terricoli. I pesci sono dotati di un sistema nervoso e quindi capaci come noi di percepire il dolore. Il polpo ha un cervello molto sviluppato e l’intelligenza del delfino supera di gran lunga quella del cane e in moltissime circostanze ha salvato l’uomo da morte sicura, spesso da un attacco da parte di squali.

Il pesce è dotato di percezioni sofisticatissime (altro che radar) oltre che di quegli strumenti naturali che rendono capace il suo corpo di estrarre dall’acqua l’ossigeno di cui ha bisogno per vivere. Il pesce ragiona, sente, vede, mangia, dorme, gioca, ha paura e quindi si nasconde. L’agilità e la velocità con cui si muove un pesce nel suo ambiente naturale ha qualcosa di affascinante e di prodigioso. La perfezione dei suoi occhi in grado di percepire chiaramente nell’acqua, la complessità delle sue branchie e dei suoi sensori ricettivi ed elaborativi, la squisita geometria delle sue squame, la gamma pressoché sconfinata dei suoi colori sgargianti, vengono per sempre annientate con la morte dell’animale quando viene privato dell’unica sua ricchezza, la vita, per un attimo di “piacere” che possono dare le sue carni martoriate.

Se un qualsiasi essere vivente non fosse in grado di accusare il dolore, se non avesse paura della morte si autodistruggerebbe e nulla esisterebbe nel Cosmo. Il dolore, infatti, è ciò che accomuna tutti gli esseri viventi: è come una lancia puntata dietro la schiena di ogni creatura che la sprona ad avanzare sulla via dell’evoluzione acquisendo esperienza, memorizzando il pericolo e aguzzando l’astuzia in modo da sfuggire al predatore.

Io invito tutti coloro che mangiano il pesce, tutti coloro che lo pescano, lo catturano, che lo vendono, che lo cucinano, rispettate questi splendidi abitanti degli oceani: sono creature come noi di forma diversa. Amate tutte le creature del mare, dalle balene alle meduse, non profanate la loro patria azzurra e siate grati ai mari perché la nostra stessa vita dipende da essi. Apprezzate la sconfinata multiforme bellezza degli abitanti marini. Perché interferite nella loro vita? Perché violentate la loro casa? Perché seminate terrore, dolore e sangue nel mare? Che forse i pesci vengono nelle nostre case a prendere i nostri figli per mangiarli? Come non restare stupefatti dalla bellezza e dell’eleganza di un pesce? Come non provare ammirazione e rispetto per la perfezione di questo, come di qualunque altro, meccanismo biologico risultato di miliardi di evoluzione? Quale armonia fisica, energetica e spirituale viene annientata con l’uccisione di una creatura del mare? La complessità del meccanismo chimico-biologico di un pesce riduce a poco più di un barattolo il più sofisticato computer.

Se il pesce fosse necessario alla nostra buona salute come si spiega l’ottima condizione di coloro che non lo mangiano? Solo questo basta a capire che non vi è alcuna necessità di consumare pesce ma che ci sono moltissime ragioni per smettere di mangiare ciò che danneggia non solo la nostra salute, il nostro pianeta ma, soprattutto, la nostra coscienza.
di Franco Libero Manco   Fonte: laverabestia.org     Per ulteriori informazioni sull'alimentazione vegan, o per ricevere materiali informativi ed approfondire i temi trattati, Vi invito a contattare lo Staff di "Catania Vegan" tramite commento sul blog o diventando fan dell'omonima pagina Facebook.   Saluti Antispecisti da Dafne.

Consumo di uova e aterosclerosi

"Mangia l'ovetto che ti fa bene"... ma anche NO!



Il consumo di tuorli d'uovo è dannoso, in rapporto all'aterosclerosi, quasi quanto il fumo.


Una ricerca pubblicata di recente, condotta dal dott. David Spence della Western University, Canada, dimostra che mangiare rossi d'uovo accelera l'aterosclerosi in modo simile al fumare sigarette. Con un'indagine svolta su più di 1200 pazienti, il dott. Spence ha scoperto che il consumo regolare di tuorli provoca un danno pari a circa due terzi rispetto a quello provocato dal fumo di sigaretta, per quanto riguarda l'accumularsi della placca carotidea, un fattore di rischio per ictus e attacchi cardiaci. La ricerca è stata pubblicata nella rivista "Atherosclerosis", nel volume di ottobre 2012.
L'aterosclerosi è una malattia delle arterie nella quale si formano delle placche a livello dell'intima (la parete più interna); il colesterolo in eccesso costituisce uno dei principali fattori di rischio per questa malattia. La rottura della placca è la causa comune della maggior parte degli infarti cardiaci e di molti ictus.

Lo studio ha preso in esame i dati di 1262 uomini e donne, con un'età media di 61,5 anni, tutti pazienti che frequentavano gli ambulatori di prevenzione vascolare presso l'Ospedale Universitario del London Health Sciences Centre.
La misurazione della placca è stata effettuata con l'Ecodoppler (tecnica che si avvale degli ultrasuoni), e ai pazienti e' stato chiesto di compilare dei questionari sul loro stile di vita e sui medicinali usati, compreso il numero di pacchetti di sigarette totali consumati (numero di pacchetti di sigarette al giorno per il numero di anni) e il numero di tuorli d'uovo consumati alla settimana per il numero di anni di consumo.

I ricercatori hanno trovato che con l' età (dopo i 40 anni) la dimensione della placca aumenta in maniera lineare, ma aumenta in maniera esponenziale in rapporto ai pacchetti di sigarette e ai tuorli consumati. In altre parole, in relazione all'età, sia fumare tabacco sia consumare tuorli d'uovo accelera l'aterosclerosi. Lo studio ha stabilito anche che coloro che mangiavano tre o più tuorli alla settimana avevano sviluppato più placca di coloro che ne mangiavano due o meno alla settimana.
Il mantra 'le uova possono far parte di una dieta sana per persone sane' ha confuso la questione. Da molto tempo è noto che un alto apporto di colesterolo aumenta il rischio di eventi cardiovascolari, e i tuorli d'uovo hanno un contenuto di colesterolo altissimo. Nei diabetici, un uovo al giorno aumenta il rischio coronarico da due a cinque volte" - dichiara il dott. Spence, professore di neurologia alla Western's Schulich School of Medicine & Dentistry e direttore del Centro di ricerca sulla prevenzione dell'ictus e sull'aterosclerosi (SPARC) presso il Robarts Research Institute. "Quello che abbiamo dimostrato e' che con il passare degli anni la placca si accumula gradualmente nelle arterie dei canadesi, e che i tuorli la fanno accumulare più in fretta - circa due terzi rispetto a quanto fa il fumo. Sul lungo termine, i tuorli d'uovo non sono un cibo adatto per la maggior parte dei canadesi".
Il dott. Spence aggiunge che l'effetto del consumo di uova sull'aumento della quantità di placca nelle arterie e' indipendente dal sesso del paziente, tasso di colesterolo, pressione sanguigna, fumo, indice di massa corporea e diabete. E, mentre afferma che devono essere compiute ulteriori ricerche per considerare possibili variabili confondenti come l'esercizio fisico e la circonferenza della vita, sottolinea che il consumo regolare di tuorli d'uovo va evitato dalle persone a rischio di malattia cardiovascolare.

Fonti:
EurekAlert Egg yolk consumption almost as bad as smoking when it comes to atherosclerosis, 13 agosto 2012
J. David Spence, David J.A. Jenkins, Jean Davignon, Egg yolk consumption and carotid plaque, Atherosclerosis, Volume 224, Issue 2 , Pages 469-473, October 2012

Articolo originale su: http://www.agireora.org
Notizia dal consulente di AgireOra Network: 'Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana'. Un'associazione non-profit fondata nel 2000 e costituita da professionisti, studiosi e ricercatori in diversi settori favorevoli alla nutrizione vegetariana, intesa in tutte le sue varianti (latto-ovo-vegetariana e vegana) e competenti sui differenti aspetti delle diete a base di cibi vegetali. [ Dettagli sul consulente Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana ]

Una dieta vegetariana non basta a scongiurare gli effetti negativi del colesterolo sull'organismo umano, per questo chi vuole scegliere uno stile di vita veramente salutare deve optare per un'alimentazione vegan.
Esistono molti trucchi per sostituire le uova in dolci e dessert, e per preparare stuzzicanti frittate vegetali ma di questo ne parleremo in seguito nella sezione "cucina", quindi restate connessi su Catania Vegan! :-)
Saluti da Dafne


Il ferro nella dieta vegan


Spesso viene messo in discussione l'apporto di ferro nella dieta vegana, sebbene basti una alimentazione equilibrata, ricca di legumi e cereali integrali e dei piccoli accorgimenti per garantirne una corretta assunzione.
C'è anche da dire che l'anemia è la malattia da carenza più diffusa al mondo, colpisce il 15% della popolazione mondiale, indifferentemente dal tipo di alimentazione, onnivora, lacto-ovo-vegetariana o vegan che sia.
Questo avviene poiché i fattori che giocano un ruolo importante nell'assimilazione del ferro sono molteplici, bastano piccole attenzioni perché l'assorbimento di questo prezioso minerale venga garantito.



 Il ferro è un minerale essenziale in quanto costituisce un elemento centrale dell'emoglobina, che trasporta l'ossigeno nel sangue. Esso si trova nei cibi sotto forma di ferro eme o non-eme.
Nei vegetali è contenuto solo ferro non-eme mentre negli alimenti animali è presente il 60% di ferro non-eme e il 40% di ferro eme.
L'assimilazione del ferro non-eme, a differenza di quello eme che viene assorbito facilmente, viene favorito dall'assunzione contemporanea di cibi contenenti vitamina C (agrumi, kiwi, ecc.) mentre è inibito dall'assunzione di alcune sostanze come: fitati (contenuti nella buccia dei legumi, eliminabili attraverso un ammollo preventivo); calcio (il calcio compete col ferro per essere assorbito nelle cellule in quanto entrambi usano gli stessi recettori, ma il calcio riesce a legarsi più velocemente e di conseguenza il ferro viene eliminato); cacao, tè, caffè, vino.


"L'alimentazione vegana è ricca di ferro?" 
Certo che si! :-) Ve lo dice anche la Dottoressa Luciana Baroni, nel seguente video:


Spero di esservi stata utile, se volete approfondire l'argomento date un'occhiata ai seguenti siti:

http://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/vrg/ferroveg.html

http://www.vegpyramid.info/nutrienti/ferro.html

Saluti, Dafne.


Alcuni cenni sulle proteine e tabella degli amminoacidi essenziali

   


















Eccovi un articolo contenente alcune nozioni utili per chi volesse saperne di più sulle proteine e gli amminoacidi, in modo da sfatare alcuni miti con criterio scientifico e con dati alla mano... per rendersi conto che da vegan si può vivere bene, anzi meglio! ;-)


Le proteine sono delle macromolecole a loro volta formate da molecole più semplici chiamate amminoacidi.

Gli amminoacidi sono 22, tutti diversi tra loro, e a partire da questi è possibile ottenere un numero infinito di proteine.

Di questi 22 amminoacidi, 8 sono considerati essenziali, in quanto l'organismo non è in grado di sintetizzarli e quindi devono essere introdotti con la dieta.

Gli altri 14 amminoacidi invece sono definiti non essenziali, poichè possono essere ottenuti tramite delle reazioni biochimiche a partire dagli amminoacidi essenziali.

Un tempo si credeva che per assumere proteine utili al nostro organismo fosse necessario introdurre contemporaneamente tutti e otto gli amminoacidi, altrimenti questi sarebbero stati eliminati dall'organismo, che a causa del cosiddetto "amminoacido limitante" non riusciva a sintetizzare le proprie proteine complete: nasceva così il mito dell'accoppiata "cereali + legumi", luogo comune spesso alimentato dagli stessi vegetariani/vegani. Invece non è così, gli amminoacidi, una volta scomposti a partire dalle proteine che abbiamo introdotto attraverso gli alimenti, vengono depositati in un "pool amminoacidico", dove resistono anche svariati giorni prima che il nostro organismo vi attinga quei "mattoni" con cui formerà le proprie proteine complete. Di questo parleremo più approfonditamente nel prossimo articolo ma mi sembrava doveroso accennare quanto sia infondato il concetto di "proteine nobili", "proteine complete" e chi più ne ha più ne metta!

Ma torniamo ai nostri cari amminoacidi, dati alla mano potrete verificarne la presenza nei vari cibi cliccando i relativi link.

Gli amminoacidi essenziali sono i seguenti:


- Fenilalanina
Alimenti che contengono Fenilalanina

- Leucina
Alimenti che contengono Leucina

- Metionina
Alimenti che contengono Metionina

- Valina
Alimenti che contengono Valina

- Treonina
Alimenti che contengono Treonina

- Lisina
Alimenti che contengono Lisina

- Triptofano
Alimenti che contengono Triptofano

- Isoleucina
Alimenti che contengono isoleucina


Alla prossima FAQ degli onnivori sulle proteine, mi sa che lascerò direttamente il link del mio blog, risparmiandomi tempo e salute! :-)

Buona giornata a Tutt* Voi!

Dafne

ABC del buon vegano - Il mito delle proteine


Sfatiamo il mito più radicato, quello delle proteine. I cibi vegetali contengono buone quantità di proteine. Queste, dopo essere state digerite vengono scomposte in amminoacidi, otto dei quali sono det...
ti "essenziali" in quanto il nostro organismo non riesce a sintetizzarli e vanno introdotti così come sono attraverso l'alimentazione. Si avrà quindi la formazione di un deposito di amminoacidi (il cosiddetto "pool amminoacidico") dal quale il nostro organismo attingerà per formare a sua volta le proteine di cui necessita. Ecco perché non serve avere contemporaneamente, all'interno dello stesso pasto, tutti e otto gli amminoacidi essenziali, perché in ogni caso gli amminoacidi non vanno persi, essi si depositano per diversi giorni (la lisina si conserva addirittura per 15 giorni senza bisogno di essere rinnovata), per cui basta variare quotidianamente la propria dieta attraverso un consumo di differenti cereali, legumi, verdure, frutta fresca e secca e semi oleaginosi per fare il pieno di salute! ;-)
E adesso vi lascio al video della Dottoressa Luciana Baroni, semplice ed esplicativo: